Natura
La vegetazione dell’area è caratterizzata prevalentemente dalla fitta copertura arborea di castagno e faggio, in cui s’inseriscono, generalmente in corrispondenza di antiche zone adibite a coltivi o a pascolo, superfici con boschi di conifere. Tra questi spiccano la Douglasia, l’Abete Bianco, l’Abete rosso e il Pino nero. Il punto più basso della Riserva si attesta intorno ai 400 mt ed è monopolizzato da castagneti sia da taglio sia da frutto. I cedui sono presenti fino agli 800 mt di quota e sono il risultato di successive conversioni di preesistenti fustaie da frutto.
Talvolta al castagno si mescola con il cerro e, nei versanti più caldi, con la roverella. Solo in alcune zone con terreno particolarmente argilloso si possono notare gruppi di carpino nero e orniello, cui, nei versanti più freschi si aggiunge il maggiociondolo e l’agrifoglio. Lungo i numerosi corsi d’acqua si stagliano altissimi esemplari di ontano nero e pioppo. Salendo di quota si trovano i primi faggi già intorno ai 600 mt, dapprima sporadici e limitati alle zone più ombreggiate, poi sempre più frequenti in associazione col castagno fino a 800 mt.
Particolare menzione meritano le splendide serre di faggio che s’incontrano in alcune zone, residuo delle antiche spartizioni proprietarie o colturali delle superfici: si tratta di filari di piante ad alto fusto, poste generalmente sui crinali, sentieri o strade. La loro funzione, oltre a quella di delimitare il territorio, era anche quella di produrre semi per il foraggiamento del bestiame o per le operazioni di rinfoltimento dei boschi a ceduo. Le principali si possono ammirare nella zona de Le Barbe e sul crinale spartiacque con la valle del Limentra.
I pascoli, completamente abbandonati dopo il declino definitivo della Fattoria di Luogomano sono stati, quasi completamente, rimboschiti a conifere. Il sottobosco a erbe alte è caratteristico delle zone ombreggiate; nelle aree più soleggiate, con fertilità intermedie, sono presenti specie quali il rovo e la felce fino ad arrivare a posizioni più degradate dove è tipica la ginestra dei carbonai.
Il Faggione di Luogomano
Il Faggione di Luogomano era un albero monumentale vecchio di circa 300 anni. Era formato da due fusti cresciuti insieme e fusi alla base, forse una probabile conseguenza di un antico taglio da cui si sono formati due polloni che poi si sono riuniti. Nel 2013 una parte dell’albero è crollata in quanto non ha resistito al peso della neve. Il suo tronco, prima del 2013, aveva un diametro di circa 5 metri e con la sua chioma ricopriva una superficie di oltre 600 metri quadrati. Era considerato il faggio più grande d’Europa.
Purtroppo nel settembre 2022 anche la metà che era rimasta in piedi è crollata a causa del forte vento. Rimane comunque vivo il suo spirito, nei ricordi di chi ad ogni escursione si fermava a salutarlo come fosse un amico.